le PIETRE parlanti

Ci sono "pietre parlanti" che raccontano il passato, spesso nascoste alla vista perchè all'interno di un palazzo o semplicemente perchè poco "appariscenti" per il distratto passante.
In questa pagina troverete molti esempi.


INDICE
1. La "pietra" dello stemma comunale
2. Le pietre di Vicolo Bianchi
3. La pietra degli Austriaci
4. Le pietre salvifiche della Seconda Guerra Mondiale
5. La pietra del bombardamento del 6 aprile 1945
6. La pietra ad inciampo
7. La "pietra" condominiale
8. La "pietra" della quercia secolare 
9. La "pietra" della Befana dei vigili 
10. La "pietra" dei canestrelli bolliti
 


1.  La "pietra" dello stemma comunale 

Lo statuto comunale, descrivendo l'araldica dello stemma, così recita "Scudo d'argento alla croce di rosso caricata in cuore da altra croce d'argento sormontato da corona ducale e sostenuto ai lati da due grifoni". Sotto lo scudo su nastro d'argento bifido il motto: "IN NOVITATE VIVAM", giusta concessione con  Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 1º agosto 1950".
E' evidente in questo stemma il legame tra Novi e Genova il cui stemma si discosta molto poco da quello della cittadine piemontese: le poche differenze riguardano la croce d'argento inserita dentro la croce rossa, la corona e il motto.

Lo stemma comunale in facciata di palazzo Pallavicini
(foto di Antonio Figari)


2. Le pietre di Vicolo Bianchi

Questa piccola strada è una traversa di Via Roma che divide Palazzo Cassissa da Palazzo Alignani: la pavimentazione di questo vicolo, fatta con ciottoli di fiume, è l'esempio di come erano anticamente tutte le strade del centro storico di Novi.

Le pietre di Vicolo Bianchi 
(foto di Antonio Figari)

3. La pietra degli Austriaci

In Via Roma, poco lontano dalla Chiesa di San Pietro, su un muro è conficcata una palla di cannone contornata da una lapide marmorea che recita "Battaglia di Novi 1799": è una delle moltissime palle di cannone cadute sulla cittadina ad opera degli austriaci.
La Porta dello Zerbo, una della quattro porte cittadine, che sorgeva poco distante da qui, nonostante la pioggia di proiettili, riuscì a resistere all'offensiva degli stranieri.

La palla di cannone in Via Roma(foto di Antonio Figari)


4. Le pietre salvifiche della Seconda Guerra Mondiale 

Avete mai visto lettere impresse sulle facciate di alcuni palazzi come una "R" o una "I"? Vi siete mai chiesti cosa vogliano dire e di che epoca siano?
Esse indicavano la posizione di rifugi antiaerei, le bocchette degli idranti, etc., e vennero pitturate sui muri dei palazzi durante la Seconda Guerra Mondiale dagli uomini dell'U.N.P.A. (Unione Nazionale Protezione Antiarea).
Ecco il significato di queste lettere cerchiate:

- "R" indicava l'ubicazione di un rifugio antiaereo;
- "V" una presa d'aria dei rifugi, una dei primi luoghi da liberare dalle macerie per impedire la morte di tutti coloro che nel rifugio avevano trovato riparo;
- "U.S." l'uscita di sicurezza dei rifugi;
-  "I"  una bocchetta per  idrante;
- "C" una cisterna d'acqua;
-
"P" un pozzo o forse una presa d'acqua non pubblica ma di pertinenza del palazzo;
- "F" simbolo che rimane misterioso (forse "feuerloscher", ovvero estintore in tedesco, oppure fossato o qualcosa riferito a farmacia o farmaci).
Purtroppo queste lettere ed il loro significato, ricordo di un passato triste ma importante testimonianza della nostra storia, rimangono ai più sconosciuti e quindi la loro traccia sui muri man mano che passano gli anni è destinata a scomparire.
Nel mio piccolo ho deciso di fare un censimento di tutte quelle che ho trovato in giro per Novi Ligure ed invito Voi, miei lettori, a segnalarmene altre: per il momento ne ho trovate due, una in Via Roma, poco lontano dalla Chiesa di San Pietro, ed una in facciata del civico 25 di Via Pietro Isola.

Se avete notizie di altre "pietre salvifiche", non esitate a scrivermi. 

La "I" cerchiata in Via Roma
(foto di Antonio Figari)




5. La pietra del bombardamento del 6 aprile 1945



Il 6 aprile 1945 un pesante bombardamento si abbatte su Novi Ligure sulla zona di Porta della Valle: tra i tanti edifici danneggiati, ricordiamo il convento dei frati minori e la Chiesa di San Francesco, in Via Cavanna, che vengono pesantemente colpiti (negli anni ‘60 il tutto verrà abbattuto per lasciare spazio a edifici moderni). Viene bombardato anche non lontano Convento delle Clarisse che però a differenza del Convento dei frati minori sarà restaurato ed oggi è sede della Biblioteca Civica.

Una lapide in facciata di un moderno palazzo di Corso Piave angolo Via Guglielmo Marconi ricorda il triste evento.




6. La pietra ad inciampo

Ci sono pietre parlanti che ci narrano orrori del Novecento: si tratta di pietre ad inciampo (in tedesco "Stolpersteine") che commemorano il destino delle vittime della Shoah. 
Pensate, ideate e collocate in loco dall'artista tedesco Gunter Demning, che in Europa ha già posato più di 61.000 pietre, a Novi Ligure ne troviamo una in Via Cavour al civico 67 davanti all'abitazione di Silvio Salomon Ottolenghi: nato ad Acqui Terme il 5 maggio 1889, si traferì prima a Torino dove sposò Teresa e poi a Novi  Ligure. Dalla loro unione nacquero cinque figli che vennero battezzati così da preservarli dalle leggi razziali.
Ottolenghi fu arrestato il 29 giugno 1944 e deportato ad Aschwitz e lì trovò la morte 6 agosto di quell'anno. 




7. La "pietra" condominiale

Sulla scalone di Palazzo Negrone in Piazza Dellepiane sopravvive una antica pietra parlante: si tratta di una placca di ferro smaltato nella quale sono indicate alcune avvertenze per i "signori inquilini". 
Placche di questo tipo erano usuali nei palazzi e anche in alcuni negozi dove per esempio si chiedeva di "non sputare per terra".
Oggi purtroppo è molto raro trovarne e questa in foto è l'unica che ho trovato finora a Novi.

La placca sullo scalone di Palazzo Negrone (foto di Antonio Figari)

 

8. La "pietra" della quercia secolare 

Nei pressi di Novi Ligure, lungo la Strada del Castellone, si trova una "pietra parlante" meravigliosa: si tratta di una quercia di quattrocento anni, un vero e proprio monumento naturale, inserito di diritto dalla Regione tra gli alberi monumentali del Piemonte.
E' davvero meravigliosa  in ogni stagione: di inverno spiccano i mille rami con le loro biforcazioni che li fanno assomigliare a tante piccole mani che spuntano dalla nebbia o in mezzo alla neve e puntano al cielo; in primavera quando torna alla vita la sua chioma diventa imponente e andar lì sotto ti fa capire quanto si è piccoli difronte ad un gigante della natura.
Per arrivare lì, usciti da Novi imboccando la direzione di Serravalle, poco prima di arrivare all'Outlet vedrete sulla sinistra una casa con una torretta gialla, difronte ad essa inizia una strada in salita, imboccatela e arrivati in cima girate sulla destra: dopo pochi istanti Vi apparirà davanti questo monumento della natura.
Un piccola escursione fuori porta che Vi consiglio davvero.
 

 

 

 
 



9. La "pietra" della Befana dei vigili 

Il giorno dell’Epifania, fino agli anni '60 del XX Secolo, là dove un tempo sorgeva la Porta Pozzolo, a due passi dalla stazione, era consuetudine lasciare qualche regalo ai vigili urbani: questa consuetudine era chiamata la “befana dei vigili”.



 

 

10. La "pietra" dei canestrelli bolliti 

 

Alla domenica in albis o “Ottava di Pasqua”, è tradizione andare alla Pieve e comprare i canestrelli bolliti nelle bancarelle che, ogni anno, si affollano nella piazza antistante l’antica Chiesa.

Il canestrello bollito non nasce a Novi Ligure ma nell’Oltrepò Pavese nel XIX Secolo.

Si tratta di un biscotto a forma di ciambella: grazie al procedimento di cottura che prevede che prima sia bollito in acqua e successivamente, dopo aver riposato ed asciugato su un panno, infornato, il canestrello rimane molto leggero e molto friabile.

Anticamente venivano presentati sui banchetti in reste tenute insieme da spago oppure infilzati in lunghi bastoni.

 


 


 
 
Le pietre parlanti di novi Ligure non sono finite...


(...continua)


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